Le misure introdotte da Regione Puglia e ASL Bari per contrastare la #violenza contro il personale sanitario, pur utili, risultano insufficienti rispetto alla gravità del fenomeno. Nel 2024, 51 #aggressioni segnalate nella ASL di Bari evidenziano un problema urgente che non può essere risolto solo con interventi burocratici o formativi.
L’introduzione di figure come l’Infermiere di Processo, mirata a migliorare la comunicazione nei Pronto Soccorso, e la creazione dell’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza (ORSEPS) rappresentano passi avanti, ma non affrontano la necessità di protezione immediata in situazioni di emergenza. La gestione dei conflitti, per quanto importante, non basta quando si verificano aggressioni rapide e imprevedibili.
Un altro punto critico è la scarsa partecipazione del personale sanitario ai corsi di #difesapersonale, che, pur non essendo una soluzione definitiva, possono offrire strumenti concreti per reagire in caso di necessità. Spesso ignorati per mancanza di tempo o sensibilizzazione, questi corsi rimangono un’opportunità poco sfruttata per garantire maggiore #sicurezza.
Un approccio realmente efficace richiede interventi integrati: prevenzione, comunicazione e #formazione istituzionale devono essere affiancate da programmi di autodifesa accessibili e incentivati dalle stesse istituzioni. Solo così è possibile fornire al personale sanitario gli strumenti necessari per affrontare un fenomeno che non può più essere sottovalutato.
La sicurezza non può basarsi esclusivamente su iniziative teoriche, ma deve includere soluzioni pratiche, immediate e concretamente utili per chi opera ogni giorno in contesti di elevato rischio.