Un atto di coraggio ha catturato l’attenzione del mondo all’Università di Scienza e Ricerca di Teheran, dove una giovane studentessa ha inscenato una potente protesta contro le oppressive leggi sull’hijab. Dopo essere stata molestata da agenti della polizia morale, la ragazza ha deciso di spogliarsi, mostrando il suo corpo coperto solo dalla biancheria intima, in un gesto di disobbedienza civile che ha suscitato un’ondata di solidarietà sui social media. Questo evento non è solo un episodio isolato, ma un simbolo della lotta più ampia delle donne iraniane per la libertà e i diritti umani, incapsulata nel movimento “Donna, Vita, Libertà”.La violenza contro le donne non è un problema limitato all’Iran; è una questione globale che richiede attenzione e azione. In Italia, ad esempio, i dati recenti mostrano un aumento del 5% dei casi di violenza domestica nel primo semestre del 2024, con 12.424 segnalazioni. Femminicidi e abusi continuano a rappresentare una grave minaccia per le donne, evidenziando che la lotta per i diritti femminili è urgente e necessaria ovunque.Il gesto della studentessa iraniana riflette una crescente resistenza contro le norme patriarcali e la repressione sistematica. Le donne in Iran e in tutto il mondo stanno sfidando le strutture di potere che cercano di controllare i loro corpi e le loro scelte. La loro determinazione è un richiamo all’azione per tutti noi: non possiamo limitare la nostra consapevolezza ai soli due giorni commemorativi dell’8 marzo e del 25 novembre. La lotta per l’uguaglianza e la giustizia deve essere una priorità quotidiana.In questo contesto, è fondamentale che la comunità internazionale si unisca per sostenere le donne in tutte le loro battaglie contro la violenza e l’oppressione. La resistenza delle donne iraniane è un esempio luminoso di coraggio che può ispirare movimenti simili in tutto il mondo.